Lola Young, non chiamatela popstar

Sincera, sfacciata e non allineata ai trend estetici e musicali del momento, la cantautrice uscirà il 15 settembre col suo terzo album “I’m Only F**king Myself”, vera dichiarazione d’intenti di chi in musica parla di sesso, autosabotaggio e sanità mentale.


Se il vostro motto nella vita è “se ci credi ci riesci”, se siete fan dei guru dell’auto aiuto da Instagram, dei motivatori in stile “diventa anche tu un numero uno” che tanto spopolano in rete, Lola Young non fa decisamente per voi.

La cantautrice londinese, nata a Croydon da papà giamaicano, cinese e mamma inglese, oltre a rappresentare un melting pot di culture, è la prima a diffidare dei mezzi stessi che le hanno permesso di diventare virale.

Lola non vuole essere un trend di Tik Tok, fa musica per se stessa e nonostante sia una parte del “sistema” che conta (i suoi manager sono gli stessi di Adele e di Amy Winehouse) non si autocensura a costo di diventare scomoda pur di essere efficace e sincera nella sua comunicazione pop ma non di certo plastificata e normalizzata.

Prendiamo ad esempio “Messy” (che significa disordinata), forse il più grande successo pop del 2025, un brano sulla all’ADHD, disturbo da deficit di attenzione unito a iperattività, del quale lei soffre.

Riuscire a tradurre in linguaggio universale un argomento così spinoso senza fare retorica, parlando dell’accettazione di se stessa e delle proprie imperfezioni, è nel suo piccolo una forma di impegno sociale più efficace rispetto a chi nelle proprie uscite pubbliche si lava la coscienza limitandosi ad uno slogan o una frase di circostanza.

“One Thing”, presentata trionfalmente al Festival americano di Coachella, è invece un brano che parla di sesso e desiderio in modo disinibito e diretto, un incoraggiamento alle donne a sentirsi sicure del proprio corpo e a trasformare la propria vulnerabilità in una forma di potere seduttivo.

Di tutt’altro tenore è “Charlie”, brano realizzato insieme al rapper Lil Yacht, incursione sorprendente in un soul confidenziale ma che sa essere anche crudo, un incontro tra spiriti affini, tra persone non certo accomodanti e rassicuranti.

Di recente la BBC ha scritto “A differenza di molti artisti, non c’è bisogno di chiedere a Lola Young di cosa parlano le sue canzoni”, ad esempio in “Flicker of light” dice “Tesoro, ho una faccia carina.. Ma sto lentamente morendo dentro” ma anche “È tutto nella mia mente, è tutto nella mia mente.. C’è un barlume di luce. Senza l’oscurità, le stelle non possono brillare. E sono ancora viva..”

Anche “Not Like That Anymore” non è proprio la canzone che ti aspetti, è sicuramente un brano pop ma con un arrangiamento scarno, suoni quasi garage che non strizzano l’occhio alle piattaforme, sembra una Katy Perry punk che ha rinunciato ai lustrini e le pailettes.

Il suo terzo album “I’m Only F**king Myself”, in uscita il 15 settembre, è il completamento di un viaggio all’interno della sua psiche, il titolo è un crudo riferimento alla sua mania di autosabotaggio.

Non sappiamo cosa riuscirà a fare da qui ai prossimi anni ma oggi Lola Young non è una popstar plastificata e pianificata, di lei traspare l’urgenza, la maleducazione usata con intelligenza. Per questo è da seguire e da sostenere.

Informazioni:
www.radiobudrio.it
Facebook Radio Budrio è solo podcast
Instagram @radiobudrioesolopodcast
Ascolta la versione audio di Musical Express
https://www.radiobudrio.it/podcast/musical-express.html

 Fabio Alberti

 

 

Sei un imprenditore, un professionista, un’azienda, un privato, etc. alla ricerca di spazi pubblicitari a costi contenuti? Acquista il tuo spazio pubblicitario ad 1€ al giorno. Senza vincoli temporali, il vostro logo ed un link personalizzato saranno visibili su tutte le nostre pagine e articoli.
Periodico iscritto nel registro della Stampa al Tribunale di La Spezia n. 3 del 07/06/2010. Contenuti soggetti a copyright e riprodotti previa autorizzazione o citando la fonte www.iltitolo.it