Kendrick Lamar, la coscienza del rap
Il Premio Pulitzer e prossimo protagonista del Superbowl 2025 pubblica “GNX”, album che lo allinea su traiettorie più aggressive e pop, non rinunciando a profondità e riflessione.
Come spiegare Kendrick Lamar al pubblico italiano? Possiamo considerarlo la figura principale degli ultimi dieci anni di rap e hip hop internazionale, soprattutto per l’approccio colto e le umili origini, uno dei pochi artisti a ricordare le radici di un genere che è diventato ovunque spesso solo moda e business.
Se si vuole partire dalla musica, questo ultimo album “GNX”, uscito a sorpresa, potrebbe essere il più adatto ad approcciarsi per la prima volta al rapper di Compton, qui in una versione più diretta, battagliera e meno filosofico teatrale, sulla scia del fresco “dissing” con Drake sulla missione del rap e della musica nera oggi, con uno stile che a volte si ispira allo “scat” della musica jazz.
In tempi in cui lo sbandierare i soldi e il successo sono ormai l’unico attestato di credibilità, Kendrick, già dall’acclamato “DAMN.” (2017) che gli è valso un inaspettato (e ancora unico nell’ambito hip hop) Premio Pulitzer e prima ancora con il capolavoro “To Pimp a Butterfly” (2015), ha avuto fin dall’inizio il pregio di proporre una narrativa diversa e spiazzante, una critica ai mali di questa società competitiva e ignorante.
Afroamericano classe ’87 cresciuto nei quartieri popolari di Compton con una difficile storia familiare alle spalle, Kendrick non ha mai risparmiato nemmeno la “sua” comunità nera da analisi amare e taglienti, pur rimanendo progressista, amato da Barack Obama, vicino agli “ultimi” e diffidente nei confronti di un music business che sfrutta e spreme la cultura afro americana a suo uso e consumo.
“Wacced Out Murals” apre il disco insieme alla voce femminile di Deyra Barrera, con un chiaro riferimento all’atto vandalico che ha visto imbrattare il volto che lo raffigura in un murale a Compton, un brano di sfogo, così come “Peekaboo” e “Squabble up” se la prendono contro la discografia e i rapper che non hanno nulla da raccontare.
In “GNX”, titolo ispirato dal modello in auto che lui stesso sfoggia in copertina, convivono aspetti diversi e apparentemente inconciliabili, come la strafottenza di “Dodger blue”, “Man at the garden” e la profondità di “heart pt. 6” e “Reincarnated” dove, su un campionamento di 2Pac, omaggia grandi artisti afroamericani come John Lee Hooker, Dinah Washington e Billie Holiday.
La parte pop dell’album è molto ben espressa da “Luther” e Gloria” (una metafora sulla fama trasformata in una donna), i due brani realizzati insieme alla cantante SZA.
Alla produzione di quasi tutti i brani c’è l’ormai celeberrimo Jack Antonoff oltre a Sounwave, largo spazio è stato lasciato anche ad artisti giovani provenienti dal suo quartiere, ricchissimo è il menù di citazioni e campionamenti che omaggiano soprattutto la scena West Coast.
La sua partecipazione all’Half Time Show del Superbowl 2025 è un un punto d’arrivo importante per un artista che sa stare nel mercato e nell’industria musicale rivendicando l’importanza della cultura hip hop e della propria missione originaria. Onore al merito.
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