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Categoria: Sport
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Un indiscusso successo di pubblico e visibilità ha contrassegnato il 15° Campionato del Mondo di parapendio, chiuso dopo due settimane alle pendici del Monte Avena, vicino Feltre (Belluno).


Parapendio, stagione amara per l'ItaliaValutato in oltre 30.000 presenze il pubblico che ha seguito i piloti in lizza e le decine di vele a colorare il cielo sopra un’area di circa 5.000 kmq, uno spettacolo unico e mozzafiato. Alla cerimonia inaugurale satura la grande piazza di Feltre e limiti di capienza superati anche per quella maestosa di chiusura a Pedavena, non lontano dal quartier generale della manifestazione, il nuovo Centro del Volo in località Boscherai. Una ricaduta benefica in termini di promozione del territorio. Gli organizzatori dell’Aero Club Feltre e Para & Delta Club Feltre, possono vantare anche un favoloso successo di partecipazione con ben 149 piloti presenti per 47 nazioni, record assoluto quest’ultimo nella storia del mondiale.

Undici le gare disputate su percorsi che vanno dai 45,3 ai 117,2 km, utilizzando decolli ed atterraggi anche fuori provincia. Domina ovunque la Francia, insidiata dalle ottime prestazioni dei piloti sloveni, un’altalena estenuante sia nel singolo, che a squadre. Il nuovo campione del mondo è Pierre Remy che raccoglie il testimone dal connazionale Honorin Hamard, terzo classificato alla pari con lo sloveno Jurij Vidic. Medaglia d’argento al britannico Guy Anderson. Il miglior azzurro è l’alto atesino di Termeno Joachim Oberhauser, undicesimo. Ha difeso con successo il titolo femminile la nippo-francese Seiko Fukuoka Naville, in testa alla classifica dall’inizio alla fine, seguita dalla rivelazione Kari Ellis (Australia), e da Silvia Buzzi Ferraris, unica consolazione azzurra in un campionato che prometteva ben altri allori. Classifica a squadre: Francia, Slovenia, Svizzera, Gran Bretagna, Austria e Italia.Parapendio, stagione amara per l'Italia

Sapore amaro per l’Italia pure nella Red Bull X-Alps, maratona biennale di volo in parapendio ed escursionismo lunga 1138 km, da Salisburgo a Montecarlo, aggirando sette turn point nelle sette nazioni attraversate: Austria, Slovenia, Germania, Italia, Svizzera, Francia e Monaco. In due parole le regole: o voli o cammini. Due gli italiani in gara, il veterano Aaron Durogati, già sesto nel 2015, e l’esordiente Tobias Grossrubatscher, che si è ben comportato.

Il primo si è dovuto ritirare per guai al menisco, mentre il secondo non è andato oltre il 10° posto.  Solo due piloti sono riusciti a raggiungere il Mediterraneo: lo svizzero Christian Maurer, che vince la X-Alps per la quinta volta consecutiva in 10 giorni e 23 ore, ed il francese Benoit Outters che ci ha piegato due ore in più. Terzo l’austriaco Paul Guschlbauer fermo a 5 km dal traguardo, perché le regole vogliono che la gara finisca 24 ore dopo l’arrivo del primo pilota. In quel momento dei 32 piloti decollati da Salisburgo, in rappresentanza di 21 nazioni, ne restavano in lizza 19.

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