Salone del libro 2019: il gioco del mondo

9-13 maggio: inizio in salita, tra polemiche ed esclusioni, del salone definitosi antifascista.


Padiglione 1,2 e 3, aggiunta dell’Oval. Si presenta così questa mattina il Lingotto fiere di Torino che per il trentaduesimo anno ospita il Salone Internazionale del Libro. Un salone non certo iniziato sotto una buona stella a causa delle polemiche con relativa esclusione della casa editrice AltaVista, il cui editore è dichiaratamente fascista.

 

Si temevano e tuttora si temono disordini all’ingresso a causa del primo iniziale spostamento del suo stand in una zona un po’ più defilata, ma comunque all’interno del padiglione 3, ironia della sorte vicino a quello del ministero della difesa. Poi in tarda serata di mercoledì la notizia della sua totale esclusione con la rescissione del contratto.

 

Decisione, da parte degli organizzatori, definita “pensata”, forse anche scelta obbligata e atto dovuto di rispetto a seguito delle dichiarazioni di Halina Birenbaum, sopravvissuta ad Auschwitz, che aveva chiarito che non sarebbe entrata al Salone se quella casa editrice fosse stata presente e che avrebbe tenuto la sua lezione fuori dal Lingotto. Il suo, durante l’inaugurazione, è stato infatti un racconto duro e crudo, assolutamente incompatibile con le idee fasciste che in questi giorni impazzano.

Al di là di questo, il salone del libro da anni è incontro di cultura, uno spazio all’interno del quel poter far confluire tutto o quasi. Un luogo di scambio di idee e vedute, ma nel limite della legalità. Il mondo dei libri non può essere l’ennesima scusa per fare, ancora una volta, politica. La presenza di estremisti avrebbe di fatto segnato uno sfregio per il Salone e per tutta la città.

 

Il tutto è iniziato con il discorso del Ministro dei beni culturali Bonisoli che si è detto molto contento di quello che ha definito un salone della rinascita paragonandolo a Parigi e Francoforte. Il riferimento è ai fatti degli scorsi anni, quando il Salone si dava per finito a causa della decisione di Milano di dare inizio ad  una sua manifestazione. A seguire un breve discorso inviato dal Presidente del Senato assente per altri impegni istituzionali. Poi l’intensa lezione di Halina Birenbaum. Nessun discorso, ma sola presenza del Presidente della Regione Chiamparino e il Sindaco Appendino.

 

E poi una lezione inaugurale a cura del filosofo Fernando Savater intitolata Dov’è l’identità culturale europea. Un inizio sicuramente molto forte che traccia una linea netta tra ciò che è stato e ciò che sarà. Comunque vada si è dato un messaggio forte di cosa sia il Salone del libro, ma prima di tutto di che cosa non è e non sarà mai.

Buon Salone a tutti quanti.

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