Il Servizio divino

Successo per il concerto internazionale al Museo diocesano.


 Musica per palati raffinati, per chi vuole godere della raffinatezza delle note in un luogo speciale che ben si addice per acustica ed ambientazione per eventi di questo tipo. Infatti farà il giro del mondo con l’etichetta Brilliant il concerto “Il servizio divino” dedicato a Georg Philipp Telemann che il festival itinerante Anima Mea ha proposto al Museo Diocesano di Molfetta.

 

L’esecuzione delle Sei cantate sacre del compositore tedesco, interpretate da due specialisti del repertorio antico, il soprano Joanna Klisowska e il baritono Sergio Foresti, e dalla Camerata Artemisa Gentileschi composta da Barbara Ferrari (oboe primo), Pere Saragossa (oboe secondo), Receba Ferri (violoncello), Gioacchino De Padova (violone) e Andrea Coen (organo), è stata registrata e sarà pubblicata dall’importante casa discografica olandese in coproduzione con il festival Anima Mea, capofila della Rete di musica d’arte Orfeo Futuro.

 

Un pubblico attento, numeroso, nonostante la particolarità della musica proposta e molto partecipe ha apprezzato le pagine di rarissima esecuzione, queste Sei cantate sacre a piccolo organico, caratteristica che le rende particolarmente adatte a veicolare la sobria e pura spiritualità della Riforma tipica della produzione di Telemann (1681-1767).

 

Così infatti scrivono dei brani proposti, proprio per farci capire ed apprezzare la qualità celestiale delle note che echeggiavano nella sala Achille Salvucci, dalla pregevole acustica: “Nessun altro è mai riuscito a svolgere nella misura di Telemann la produzione di cantate sacre, genere con il quale il compositore di Magdeburgo assolveva il compito di provvedere alle necessità musicali delle funzioni religiose. Ne compose circa duemila, corpus monumentale che fa parte di una produzione straordinariamente vasta e capace di abbracciare praticamente tutti i generi e le forme musicali del tempo, se si pensa agli oltre 600 lavori strumentali di varia destinazione, alle 640 composizioni vocali profane, alle 25 opere teatrali, ai 18 oratori e alle 49 Passioni”.

 

Per apprezzare le peculiarità del musicista così precoce e così dotato ecco cosa si scrive di lui:“Telemann iniziò a scrivere musica liturgica quando aveva solo dodici anni ed era ancora studente al ginnasio di Hildesheim e proseguì tale prolifica attività al servizio delle principali istituzioni politiche e religiose di Lipsia e Amburgo. All’interno della sua sconfinata produzione di opere sacre, una delle più imponenti dell’intera storia della musica, ci sono le sei pagine proposte, tratte dalla raccolta Fortsetzung des Harmonischen Gottes-Dienstes nella quale ognuna delle 72 cantate è scritta per ogni Domenica e per ogni festività dell’anno liturgico luterano, e il testo, adattato, si basa sui versetti della Bibbia appropriati per l’occasione”.

 

Il concerto è stato preceduto dalla visita guidata alle sezioni espositive, connubio questo che si rivela ancora una volta vincente, mettendo in sinergia arte e musica. A conclusione della delicata e raffinata serata, i musicisti, richiamati dai calorosi applausi del pubblico, hanno concesso un bis, molto apprezzato. Non è la prima volta che il Museo diocesano di Molfetta ospita registrazioni per importanti etichette musicali, a conferma della sua apertura al territorio, della pregevolezza degli eventi proposti e della varietà degli appuntamenti.

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