Il riavvicinamento fraterno di “Euforia”

Presentato alla sezione “Un certain regard” dell’ultimo Festival di Cannes, la pellicola segna il ritorno alla regia di Valeria Golino dopo lo struggente “Miele”.


In quest’ultimo film, la regista aveva rappresentato il tema della morte all’interno di una tormentata dinamica relazionale: l’amicizia tra una trentenne (Jasmine Trinca), che aiuta i malati terminali con il suicidio assistito, e un ingegnere depresso (Carlo Cecchi).

 

Lo stesso meccanismo si ripresenta in questa rappresentazione di “amore” fraterno: quello tra Matteo (Riccardo Scamarcio) ed Ettore (Valerio Mastandrea). Il primo è uno spregiudicato imprenditore omosessuale dedito ai più svariati traffici illeciti, il cui obiettivo è fare soldi, e godere al massimo la vita, mentre il secondo è un professore di scienze in una scuola media dall’umore depresso e con una visione cinica e disincantata della vita.

 

Il loro scontro – incontro avverrà quando Matteo scoprirà la malattia del fratello: un tumore al cervello che non lascia scampo. L’uomo nasconderà ad Ettore il tutto, e cercherà di fargli vivere la vita (o quello che gli rimane) in maniera diversa e non disillusa. Quest’ultimo ha un matrimonio ventennale con Michela (Isabella Ferrari), che si sgretola lentamente e un’amante, Elena (Jasmine Trinca) sul lavoro, mentre Matteo si cimenta in rapporti occasionali e vuoti accompagnati dal consumo di droga.

 

Questa loro diversità sarà accomunata dall’euforia (dal titolo) che Matteo cerca di trasmettere ad Ettore, per recuperare un rapporto che li ha separati nel corso degli anni, e che solo ora può permettere una risalita di fronte all’ineluttabilità del destino.

 

Prodotto da Indigo Film con RaiCinema, “Euforia” è una bella e sincera prova di attori con una coppia che funziona (Scamarcio e Mastandrea), che segna una nuova e proficua collaborazione (quella tra Scamarcio e la Golino), per raccontare, attraverso un tocco femminile (Francesca Marciano, Valia Santella e la stessa Golino) una storia maschile di riscatto fraterno verso la luce e le tenebre della vita attraverso la sensazione del titolo, quel momento bellissimo che coglie i subacquei quando sono in profondità, e decidono di risalire per non  perdere, loro stessi e la vita, definitivamente.

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