Dogman pigliatutto

Ai David di Donatello il capolavoro di Matteo Garrone, prodotto da Archimede Film, Le Pacte e RaiCinema, ha trionfato con ben 9 premi.


Miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale, miglior attore non protagonista (Edoardo Pesce), miglior autore della fotografia, miglior scenografo, miglior truccatore, miglior montatore, miglior suono. Marcello Fonte, già trionfante al Festival di Cannes per la Palma al miglior attore e agli European Film Awards, stavolta ha dovuto cedere il passo alla dolorosissima e straordinaria interpretazione di Alessandro Borghi, trasformato nel fisico e nell’anima in Stefano Cucchi.

 

“Sulla mia pelle”, ha portato a casa 4 David di Donatello: miglior regista esordiente (Alessio Cremonini), il David Giovani, miglior attore e miglior produttore (Andrea Occhipinti di “Lucky Red” e Olivia Musini di “CinemaUndici”). Due premi per “Loro” di Paolo Sorrentino: miglior attrice protagonista, Elena Sofia Ricci, visibilmente emozionata nel ritirare il premio, e miglior acconciatore.

 

Due premi anche al film di Luca Guadagnino, “Chiamami col tuo nome”: miglior sceneggiatura originale (che l’anno scorso ha portato anche l’oscar a James Ivory), e miglior canzone originale (a Sufjan Stevens, ma ritirato dallo stesso Guadagnino). Il montatore e sceneggiatore Walter Fasano ha chiuso ringraziando lo scomparso Bertolucci con “Grazie Bernardo”, a dimostrazione di quanto il grande regista abbia influito nella sua formazione artistica e soprattutto in quella dello stesso Guadagnino.

 

A “Capri Revolution” di Mario Martone, sono andati i David per il migliore musicista e il migliore costumista. Miglior attrice non protagonista, Marina Confalone per “Il vizio della speranza”. Al film di Gabriele Salvatores, “Il ragazzo invisibile – Seconda generazione”, il premio per i migliori effetti visivi; e a Nanni Moretti invece il premio al Miglior Documentario per “Santiago Italia”.

 

A “Frontiera” di Alessandro Di Gregorio, il premio come miglior cortometraggio. Il premio “David dello Spettatore” assegnato al film di Gabriele Muccino “A casa tutti bene”, francamente è stato l’unico premio assegnato un po’ per contentino. C’è stato qualche imbarazzo per via della prolungata ed eccessiva autoreferenzialità sul palco da parte dello stesso regista, e non di meno ha irritato lo stonato ed improvvisato numero musicale, in cui si è ritrovato tutto il cast a dover partecipare.

 

Forse memore di “Tale e Quale”, il compresso e legnoso Carlo Conti, ha svolto il suo ruolo di conduttore con doverosa professionalità, inanellando però una serie di gaffes: dal (dimenticato) David Speciale ad Uma Thurman, ad una simpatica presa in giro da parte del Maestro Dario Argento, anche lui premiato con il David Speciale, così come la scenografa Francesca Lo Schiavo. Ospite d’eccezione Tim Burton, attualmente nelle sale italiane con “Dumbo”, remake in live action del classico Disney, che ha ritirato il Premio alla Carriera – David for Cinematic Excellence 2019.

 

Il momento più bello è venuto dalla premiazione di Alfonso Cuaron, che ha ricevuto il David per il Miglior Film Straniero direttamente dalla Direttrice Artistica della Manifestazione, Piera Detassis, una vera Lady nell’organizzazione eventi del panorama cinematografico .

 

E se la forma televisiva in un certo senso ha bisogno di un’attenzione particolare, la ristrutturazione dell’assetto accademico con l’estensione dei giurati votanti, ha ridato nuovo lustro ad un evento opacizzato nel corso degli anni, nonostante il tentativo “fast” di portare la cerimonia su Sky. Quello che ci si augura, è che il David di Donatello divenga sempre di più la vera Festa del Cinema Italiano in un’ottica non solo nazionale, ma soprattutto internazionale.

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