Assonanze Notturne e altri racconti

“Cassano d’Autore” la rassegna dedicata alla letteratura e alla poesia.


Quest’anno in rete con “Infinito 200”, progetto celebrativo in occasione del bicentenario della composizione della celeberrima lirica di Giacomo Leopardi, ha visto ospite in questi giorni Lorena Liberatore e il suo ultimo libro “Assonanze Notturne e altri racconti” (Messaggi Edizioni). Ma conosciamo meglio la scrittrice.

 

Ciao Lorena, com’è andata questa prima presentazione di “Assonanze Notturne e altri racconti”?

Molto bene, c’era un pubblico numeroso e attento. Molti prima di andar via mi hanno ringraziata per la piacevole serata trascorsa in compagnia di musica e parole. Infatti, ho voluto inserire nella presentazione intermezzi musicali eseguiti al violino da Letizia Carrasso, e letture di brevi estratti interpretati da Chiara Spinelli e Giulia Locurcio, tre giovanissime studentesse che insieme hanno fatto un gran bel lavoro. Il dialogo, poi, tra me e Francesca Marsico, ottima padrona di casa, ha dato quella giusta nota di teatro e di leggerezza per una piacevole serata ‘libresca’!

 

Parliamo di te. Com’è nata la tua passione per la scrittura?

Da giovanissima, quand’ero adolescente: tra i banchi di scuola. Frequentavo i primi anni del Liceo Scientifico, ero il tipico studente ribelle e introverso, un’amica mi propose di collaborare al giornalino della scuola. Cominciai a pubblicare lì i primi articoli di giornale, le prime poesie, e le prime storie che la mia mente costruiva nel tempo libero… Se questo non c’era, scrivevo di notte, cosa che si è poi dimostrata un buon allenamento per l’Università, quando per sostenere un esame in breve tempo ricorrevo al vizio di non dormire! Oggi non ci riuscirei più, preferisco lavorare a mente riposata… Tornando alla tua domanda, da quel periodo, pian piano, la scrittura è diventata un’esigenza; è difficile raccontare, poi, come cresca nel tempo la volontà di costruire un’opera, e di pubblicarla, lanciare nel mondo la propria ‘creazione’. È qualcosa che non si può spiegare a parole, semplicemente senti che devi farlo…

 

Che tipo di percorso universitario hai fatto? Hai studiato presso l’Ateneo barese?

Sì. Dopo la Laurea Triennale in Lettere ho conseguito due Magistrali, in Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale e in Filologia Moderna. Terminando il percorso universitario ho cominciato a pubblicare libri, il primo è stato il saggio “Il Salento metafisico di Carmelo Bene” (edito da FaLvision), frutto della ricerca compiuta per le prime due tesi di laurea e premiato nella XXIX edizione del Premio Internazionale di Letteratura e Poesia Nuove Lettere nel 2013, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Napoli; poi col passare del tempo mi sono dedicata anche alla pubblicazione di poesie, di testi teatrali e narrativa: con Deliria, volume di poesie e soliloqui per il teatro, Iluzie, testo teatrale dal sapore fantasy (editi dalla stessa casa editrice del saggio beniano), per poi arrivare agli ultimi due nati, ControCorrente. Tra storia e stile, spettacolo liberamente ispirato alla vita di Coco Chanel e, infine, Assonanze Notturne e altri racconti (entrambi editi dalla Messaggi Edizioni, con la quale collaboro attivamente). Tornando allo studio, al momento sto per conseguire un Master in Bisogni Educativi Speciali.

 

Attualmente lavori? Nel 2016 avevi pubblicato una lettera di denuncia riguardo l’accesso al mondo del lavoro: vuoi parlarcene?

Sono un’insegnante di III fascia, appartengo a quella categoria che viene, semplicemente, definita dei “supplenti”. Come denunciai tempo fa su alcuni giornali, c’è una quasi totale assenza di veri strumenti d’accesso e di sostegno nel lavoro per chi come me usa una sedia a rotelle, o in generale ha una ‘disabilità’. Per esempio, senza scendere troppo in particolari inutili, per poter lavorare pago in toto un mezzo adatto al trasporto di sedie a rotelle “da strada” (motorizzate), cifre a dir poco onerose, perché tali mezzi sono taxi a tutti gli effetti, hanno tariffe giornaliere e in media i Comuni non danno aiuto al riguardo, soprattutto se il mezzo deve uscire dai confini dell’ambito territoriale d’appartenenza.

 

Cos’è cambiato d’allora, da quella lettera?

In quel periodo diverse difficoltà e situazioni sfortunate (che chiamai ‘il sistema’) non mi permettevano di accedere al mondo del lavoro. Oggi da quella lettera prendo distanza, e non perché quello che condannava non fosse vero, ma perché non servì assolutamente a nulla; speravo in un minimo di visibilità che mi permettesse una piccolissima soluzione, forse ignota persino a me, quasi infinitesimale, un aiuto per quanto minimo… Invece nulla! Cos’è accaduto dopo? Al primo contratto di lavoro, in una scuola non troppo lontana, ho finalmente iniziato a lavorare, e ho investito quasi l’intero stipendio (il primo!) nell’uso del taxi! In alcune giornate andavo via di casa alle 08:00 e rientravo alle 20:00. Non mi pesava, l’ho fatto volentieri. Quella prima volta ho lavorato per sei mesi. Al momento spero nella possibilità di un prossimo concorso per accedere in II o I fascia. Con i ragazzi sto bene, adoro insegnare ed è quello che vorrei continuare a fare in futuro, oltre a scrivere libri naturalmente!

 

Quindi è valsa la pena affrontare tante difficoltà?

Ne ho guadagnato infinitamente dal punto di vista umano, e la miglior ricompensa è vedere a distanza di tempo la stima negli occhi di quei ragazzi che per un po’ sono stati miei alunni, e sentire ogni giorno per strada “Ciao prof!”, “Buongiorno prof!”. Non nascondo che è nato in me uno spiccato orgoglio, per come ho affrontato tutto; una vittoria solo temporanea, perché la strada è ancora tutta in salita, ci saranno ancora periodi e situazioni in cui non potrò insegnare, ma pur sempre una piccola vittoria. Amo dire a testa alta che ho affrontato tutto ‘da sola’, nonostante le difficoltà: non è stata una passeggiata, tutt’altro, non lo è mai, per questo bisognerebbe sostenere chi senza aiuto non può farcela, eppure potrebbe dare tanto alla società… in tanti, presi dalla stanchezza e dalla disperazione si arrendono, io per prima talvolta, in difficoltà che sembravano insormontabili, sono stata tentata di non ‘combattere’ più, e mandare anni e anni di sacrifici al diavolo! …Forse bisogna essere un po’ matti per rialzarsi puntualmente…

 

Domanda apparentemente banale: ma, nel mondo del lavoro, non esistono ‘agevolazioni’ per chi appartiene alle categorie protette?

Ti faccio un esempio: la Legge n. 68 del 12 marzo 1999 avrebbe come finalità “la promozione dell’inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato” e afferma anche che  “I datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie di cui all’articolo 1 nella seguente misura: sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti; due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti, ecc.”. Queste direttive non hanno più nessuna validità reale: inviare il proprio curriculum vitae ad un ente/azienda, pubblico/a o privato/a che sia, menzionando tale legge equivale esattamente a spedire una normale candidatura spontanea che verrà o archiviata (nella migliore delle ipotesi) o ignorata. Un’enorme contraddizione, se consideriamo che si è parlato spesso di ‘inutile assistenzialismo’… Questo, per dire che ci sono informazioni sbagliate al riguardo. E se chi non ha alcuna difficoltà nella mobilità, e può allontanarsi dal proprio paese, dai propri cari, soffre enormi disagi, proviamo ad immaginare chi non ha neanche la possibilità di scegliere.

 

Tornando alla scrittura, parlaci del tuo ultimo libro. Di cosa tratta?

“Assonanze Notturne e altri racconti” è, come dice lo stesso titolo, una raccolta di racconti dalle atmosfere misteriose, a tratti visionarie; partono spesso dalle ambientazioni tipiche delle fiabe per bambini per approdare alla narrazione di situazioni oniriche che hanno come soggetto l’essere umano, la sua natura e la sua interiorità. Il volume si rivolge a un pubblico abbastanza vasto per la varietà di generi proposti, che spaziano dalla commedia alle atmosfere tipiche della fiaba, all’onirico, da quelle dell’on the road all’erotico, insieme a ispirazioni all’horror, al surrealismo, alla musica, e in compagnia di una ‘raffinata’ sensualità. La musica, infine, accompagna tutta la lettura con costanti riferimenti, persino in note a piè di pagina, sotto forma di suggerimenti. È un testo molto ‘versatile’ perché si rivolge a ogni lettore, l’unico requisito richiesto è la fantasia!

 

Stai scrivendo un nuovo libro? A quando la prossima pubblicazione?

Sì ne sto scrivendo un altro, ma per scaramanzia non svelerò di più. Aggiungo solo che si prevede la pubblicazione per il nuovo anno e nuovamente con la Messaggi Edizioni… Che altro dire? Chi vivrà vedrà!

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