Artrite reumatoide una patologia che colpisce un italiano su duecento

Un incontro su una malattia dai mille volti presso Palazzo Bovara

Presso il “Caffé Scala” all’interno di Palazzo Bovara, in corso Venezia 51 a Milano, si è svolto l’incontro stampa dal titolo: ARTRITE REUMATOIDE: UNA MALATTIA DAI MILLE VOLTI. Questo evento è stato realizzato grazie al contributo non condizionante di Bristol-Mytrs Squibb. Si tratta di un’azienda impegnata a scoprire farmaci innovativi per gravi malattie.  L’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria ad andamento invalidante. Si caratterizza per deformazioni e dolore che possono portare sino alla perdita della funzionalità articolare. Ciò comporta impedimenti concreti nella vita di tutti i giorni. Coinvolge dal lavoro al tempo libero, alla cura personale alle attività domestiche.

Causa dolore, rigidità articolare (alla mattina appena alzati o dopo un lungo periodo di inatività). Ma anche anemia, difficoltà nei movimenti, perdita di appetito, febbricola gonfiore, debolezza e spossatezza. Le articolazioni interessate: colonna cervicale, gomiti, mani, polsi, spalle, ginocchia, caviglie e piedi. I sintomi legati all’infiammazione attiva, all’erosione delle articolazioni e alle conseguenti deformità articolari causano disabilità motorie. Si riduce l’indipendenza con limitazione allo svolgimento delle attività quotidiane. Peggioramenti della qualità della vita e conseguente disagio psicologico.

La forma precoce e aggressiva si contraddistingue per un’evoluzione molto rapida. Vi si associa un significativo incremento delle erosioni ossee. 

L’immaginario collettivo associa questa malattia alla vecchiaia: purtroppo insorge anche in età pediatrica. I compagni corrono, inseguono una palla e tu rimani lì senza poterti muovere. Le amiche calzano i primi sandali con il tacco e tu, allacci un paio di scarpe da ginnastica: le uniche che puoi permetterti! Diagnosi precoce e terapia intensiva e mirata sono fondamentali per rallentare il decorso dell’artrite reumatoide migliorare le prospettive e il livello della qualità di vita dei pazienti. La scoperta tardiva della malattia spesso invece compromette qualsiasi intervento!

Concludo questo mio articolo con l’intervento di Antonella Celano. La presidentessa APMAR infatti ha detto: “Può succedere che si verifichino ritardi di sette dodici mesi e più per scoprire la malattia. Questo a causa di diagnosi confondenti e pazienti che si curano con farmaci sintomatici (farmaci che possono eliminare unicamente i sintomi non le cause della malattia NDR). Da un lato c’è la difficoltà per la persona a decifrare i segnali del corpo e interpretare il dolore e gli altri campanelli d’allarme – gonfiore, tumefazione, intorpidimento. Dall’altra c’è la difficoltà per il medico di medicina generale a indirizzarlo tempestivamente al reumatologo.

Questo è dovuto anche alla mancanza, in molte aree del Paese, di una rete assistenziale efficace e di PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale). Ciò garantisce un accesso rapido alla visita specialistica. Al contrario riuscire a intercettare in tempo la malattia con le cure oggi disponibili vuol dire non rischiare l’invalidità e poter vivere una vita normale!”.

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