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Dipinti, disegni, sculture della Fondazione Carsico a cura di Angelo Mazza, Conservatore delle Raccolte d’arte della Fondazione stessa.


Al chiaro di lunaNel generale programma di valorizzazione delle proprie raccolte d’arte, la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna espone la collezione delle opere di Giovanni Romagnoli, promuovendo in particolare il patrimonio artistico bolognese del Novecento. Martedì 11 Aprile alle ore 18,00 inaugura a Casa Saraceni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna in via Farini 15, la mostra “Al chiaro di luna” di Giovanni Romagnoli. Dipinti, disegni, sculture della Fondazione Carisbo a cura di Angelo Mazza, Conservatore delle Raccolte d’arte della Fondazione. La collezione fu donata alla Cassa di Risparmio in Bologna nel 1978, due anni dopo la morte di Giovanni Romagnoli, dalla sorella Annunziata: le 159 opere di cui la donazione si compone (143 dipinti e 16 sculture) furono subito mostrate al pubblico negli ambienti della chiesa di San Giorgio in Poggiale.

Per la prima volta da allora, dopo quasi 40 anni, la Fondazione Carisbo dedica una mostra monografica all’artista di origini faentine che a Bologna ha visto sbocciare la sua carriera artistica, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti e intessuto rapporti con importanti artisti bolognesi della sua generazione, tra cui Giorgio Morandi, Carlo Corsi, Alfredo Protti, etc…
Tra i quadri più significativi presentati in mostra colpisce “Al chiaro di luna”della fine degli anni Trenta, che rappresenta una figura femminile distesa su un canapè di velluto rosso accanto ad un giovane orchestrale con il capo chino, impegnato a suonare il violoncello. Sul fondo un paese indistinto e un cielo stellato con la falce di luna. Quest’opera, tra le più toccanti, esprime la visione onirica di Giovanni Romagnoli, pittore schivo e appartato, estraneo alla dialettica anche aspra delle correnti artistiche del Novecento.

Tra i suoi primi dipinti si colloca lo studio “Interno con scrivania, lampada e poltrona” (1910), eseguito a matita e acquarello su carta. Qui l’artista, pur essendo agli esordi, dimostra sicurezza nel segno e abilità nella resa delle luci. La consacrazione artistica di Romagnoli avvenne durante gli anni Venti, anche all’estero, quando la sensibile modulazione della luce, impastata con i colori di una tavolozza chiara incontrò le sue tematiche predilette: quelle intimistiche e familiari, con figure femminili e scene domestiche. A questo periodo appartiene “Studio di mani” (1921). In mostra anche un raro autoritratto dell’autore, che si è voluto rappresentare accanto alla modella preferita Zoraide Domenichini. Il quadro “Autoritratto a figura intera con modella” (1938) mostra l’immagine dei due protagonisti riflessa nello specchio.


Giovanni Romagnoli, oltre che in pittura e nel disegno, si esercitò nella scultura. Particolarmente apprezzate la figura a grandezza naturale di “Pomona”, apparsa nel 1939 alla terza Quadriennale d’Arte Nazionale a Roma, la “Testa di Zoraide” (1934) e le due teste in terracotta con voli femminili studi per la decorazione del Teatro Verdi (1927 ca.) che fu distrutto dai bombardamenti nel secondo conflitto mondiale.

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