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Categoria: L'approfondimento
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Il conduttore di Che tempo che fa: ''Restare è più difficile che andarsene''. ''Non è più pensabile di essere considerato uno che prende qualcosa che non è suo'' il duro sfogo al Festival della Tv.


Fabio Fazio pronto a lasciare la Rai?Il festival della Tv di Dogliani, almeno per quanto riguarda Fabio Fazio, lo possiamo considerare il festival delle verità e delle confessioni. Sabato 6 maggio durante l’intervista durata quasi un’ora con Aldo Grasso, il conduttore di Che tempo che fa si è lasciato andare a dichiarazioni per nulla leggere. "Non posso rimanere in Rai se vengo considerato un costo, un peso e non un valore" inizia più o meno così il suo sfogo fatto di pensieri, delusioni, amarezze e retroscena quasi agghiaccianti. Accompagnato persino dal suono delle campane della città, presagio funesto?

"Per rimanere deve essere chiara questa cosa. Ma deve dircelo chi in questi mesi sta dicendo il contrario. Dopo 33 anni di Rai e tante bellissime pagine scritte insieme, essere considerati un costo non è ammissibile. Non è più pensabile di essere considerato uno che prende qualcosa che non è suo" continua Fazio che in Rai ci ha messo piede più di trent’anni fa, ci ha costruito una vita e ha regalato molte pagine di buona televisione anche a chi meno se lo meritava. Una scelta quella di abbandonare “Mamma Rai”, anche se non definitiva, quasi obbligata. Sembrava che l’azienda pubblica potesse tirare un sospiro di sollievo dopo la decisione della rinuncia ai tetti degli stipendi per gli artisti, ma non è così. Dietro c’è molto di più. Chi fa il mestiere di Fazio è un privilegiato, è vero. Guadagna molto, sacrosanto, ma ciò non toglie che il rispetto per la persona, prima che per l’artista Rai debba rimanere in primo piano.

La questione stipendio è solo la punta di un iceberg enorme. Specchio di una rai altamente politicizzata che poco può decidere, che non riesce a muoversi come dovrebbe e vorrebbe. Ed è proprio l’ingerenza della politica che non va giù a Fazio, come potrebbe del resto. Un conto è fare servizio pubblico e un altro è fare politica in tv che è anche ben diverso dal raccontarla. L’interrogativo non è solo sul futuro di Fazio stesso, ma su quello della Rai che sembra sempre più impantanata ed in difficoltà. Ha ancora senso la tv pubblica? Forse così come è strutturata oggi no. E il poco polso che sta dimostrando di avere in questo periodo ne avvalora tale tesi. Il suo contratto è in scadenza a fine maggio, del suo destino ancora non si sa nulla, così come non si sa nulla dei palinsesti generali della Rai, che in tempi lontani, a quest’ora si sarebbero già dovuti delineare.


"Dopo tanti anni di carriera è più difficile trovare un modo di rimanere che di andare via. Io mi sono chiesto in queste settimane e in questi mesi cosa dovrò fare. E una cosa la so: quello che non dovrò fare è portare i figli a scuola e rischiare di essere insultati per quello che ho preso o non ho preso o essere minacciati di morte sui social. Bisogna dire che chi fa il mio mestiere è un valore per l'azienda non un costo. In una squadra di calcio i calciatori a bilancio sono un valore non un costo. Perché non ci mettono a bilancio: quanto porta quella persona all'azienda? Quest'anno Che tempo che fa quanto ha portato all'azienda?"


È un vero fiume in piena Fazio, forse in sessanta minuti ha detto di più che in trent’anni in Rai. In realtà qui si va oltre ad un problema prettamente politico, si cade nel personale, ma anche nella società in cui viviamo. Una società fatta di volti che si trincerano dietro ad un nickname per minacciare le persone, e di insulti per strada. Gli haters non sono più solo sul web purtroppo, la frustrazione che si è impossessata di molti di noi porta ad odiare il prossimo e ad essere invidioso del suo portafogli, a minacciare, e a inneggiare alla violenza. Perché? È davvero in questo mondo così becero e meschino che vogliamo continuare a vivere? Problema di ignoranza principalmente: perché pochi sanno e altrettanti pochi vogliono capire, per esempio, che il programma di Fazio così come lui stesso e i suoi collaboratori vengono pagati dalla pubblicità, nemmeno un centesimo del canone Rai serve per rimpinguare il suo conto in banca.

Solo quando tutti capiranno questa cosa si potrà iniziare a discutere con cognizione di causa. E poi siamo noi stessi, prima ancora della Rai, ad essere schiavi della politica a tal punto da decidere che questa o quella persona ci piace o meno a seconda del proprio vero o presunto schieramento politico. Continuando così non si andrà da nessuna parte. Quello che succederà nei prossimi mesi non è dato saperlo. È chiaro che il modo di fare Tv da parte di Fazio non cambierà qualsiasi sia il luogo in cui andrà a lavorare e questa è una consolazione. Di certa c’è una cosa: come ha detto Campo Dall’orto “Fazio è patrimonio Rai”, e se questa stessa Rai se lo lascerà scappare, perderà qualcuno di molto importante, non certo e solo in termini economici e a vincere sarà stato solo un ingiustificato e smisurato odio.

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