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Categoria: Divagazioni Letterarie
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Presentato al pubblico il libro di Cesare Lanza, giovedì 27 giugno a Roma.


Elogio-del-gioco-dazzardoIl mio libro, ovviamente, non è un manuale per consigliare ai lettori i modi (impossibili) per vincere matematicamente al gioco o alle scommesse. E’ una piccola esercitazione su un tema, a cui tengo tantissimo: il rifiuto di ogni proibizionismo; la difesa della libertà di ciascuno di noi di scegliere come vogliamo vivere, sempre nell’ambito delle leggi, senza costrizioni da parte dello Stato o di chicchessia.

La presentazione a Roma è andata come sempre, per gli eventi piccoli e grandi della nostra vita: per la presentazione di un libro, ma anche per appuntamenti estremi, come un matrimonio o un funerale, o una grave malattia, in ospedale. Assenti ovviamente molti amici e parenti, sulla cui fedeltà avresti scommesso grosse somme di denaro (diciamo così, visto il tema del mio libro). I più fastidiosi, quelli che utilizzano un sms, all’ultimo momento.

I più insolenti, o superbi, quelli che ti avevano assicurato la presenza fino a qualche ora prima e poi non vi avvertono neanche per l’improvviso forfait e non si scusano. Poi ci sono i fantasmi, quelli che arrivano a metà evento, lasciano un segno della presenza, e corrono via dietro chissà quale altra occasione di vita. Non sono moralista come sempre: anche io, domani, sarò assente al matrimonio di una mia carissima amica, Stefania, anche attrice nel mio film: sono obbligato a cambiare programma (non, come diceva perfidamente Longanesi, per un “successivo” impegno), per una cosa di lavoro a cui proprio non posso rinunciare. Però, senza propormi come modello, mi sono scusato e mi scuso anche qui, con tutto il cuore!

Tutto negativo? Assolutamente no. Giornali importanti mi hanno dedicato paginate, come Il Foglio e Il Giornale, altri, come Il Corriere e La Repubblica, Adnkronos e altre agenzie, e tante testate sul web, segnalazioni e recensioni più contenute. E, ripeto, come sempre succede, alle assenze inaspettate si sono contrapposte presenze imprevedibili: Sonia Albertini, che non vedevo da una memorabile vacanza a Berlino, vent’anni fa, è venuta apposta da Milano; la stilista Patrizia Corvi da Terni; Maurizio Adriani e moglie da Bracciano; da Milano anche un recente amico del web, “lamaiala”, tranquilli, è uno spiritoso “nom de plume”.

E poi, in sala, gli stimatissimi fratelli Fabio e Carmelo Calì, Federico Oriana, Marisela Federici, la regina di ogni salotto; Costanza Esclapon, (che ha fatto una corsa dopo aver assistito agli esami della figlia), Roberto Sergio, presidente di Rai Way, Agostino Saccà, Simone Cantagallo, Gianni Di Giovanni, Alessandro Di Giacomo, Stefano Mignanego, Marzio Lozzi, Federico Manzella, Alessandro Paciucci, Marzia Mastrogiacomo, Andrea Zagami, Matteo Lo Presti, il redivivo Marco Benedetto, la professoressa Anna Maria Isastia con il figlio Roberto, Giorgio Condemi, Rosanna Piras, Paolo Costella, Gabriella Germani, popolarissima attrice e imitatrice, Maria Grazia Farrugia, l’avvocato Gianfranco Biasiotti, Patrizia Rutigliano, tanti giornalisti, amici fotografi, agenzie, i compagnucci di gioco Walter Romeo, Franco Recanatesi, Alberto Dell’Utri, Majorana, Gianfranco Bonanno, Fabrizio Principato, i miei allievi dell’accademia Vincenzo Scardapane, Donato Moscati, che ha collaborato al libro, Elisabetta Galletti, Marilag Marra e la loro severa e sentimentale coordinatrice Antonella Parmentola, Bertilla, Vincenzo Bucciarelli, Sylvie Lubamba, insolitamente composta, Gabriele Marconi, Gianfranco Marrocchi, Andrea Colacione e tanti, tanti altri.

Sul palco, show scintillante di Vittorio Sgarbi: spero che il suo discorso sia stato registrato, così ne farò un capitolo per la prossima edizione. Caustica con eleganza l’Onorevole Paola Binetti di Scelta Civica, accorato e sincero con i suoi racconti di esperienze personali il mio “mito” Pupo, il mio amico un po’ saggio e un po’ folle Domenico Mazzullo, il documentatissimo rappresentante di Confindustria Massimo Passamonti, bellissima, bravissima e fedelissima come sempre, mi ha aiutato in modo prezioso Emanuela Tittocchia, volto televisivo di Mediaset. E last but not least, Giordana Zagami, che ha curato le schede dei film dedicati al gioco, e Francesca Salerni (assente la sorella Maricò, che nel libro è stata intervistata sul rapporto gioco/arte).

Tra i frizzi di Sgarbi, cito quello più sarcastico verso lo Stato e più irriverente verso la chiesa. “Viviamo in un mondo di pazzi, questa è la verità: lo Stato è biscazziere, produce il gioco e lotterie, però sostiene che non dobbiamo giocare; produce sigarette, però sul pacchetto scrive che per questo siamo condannati a morire…e la chiesa? Dice che non dobbiamo fare l’amore al di fuori del matrimonio…e perché? Perché con tutte le cose importanti che ha a cui pensare Dio…lui soffre! E perché soffre se io mi apparto con una bella ragazza? Forse perché non si trova al posto mio?”

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