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Categoria: Divagazioni Letterarie
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L'INVIATO SPECIALE di Avvenire, sabato sera 26 ottobre 2013, racconterà ai soci del Golf Club Bergamo l’Albenza, la sua vita di poeta e le sue idee sul giornalismo.


Michele Cennamo, un poeta "in prestito" al giornalismoMichele Cennamo, "abusivo giornalista" dall'età di 18 anni, ma poeta dalla nascita. Essere poeti è qualcosa che è in noi: un modo di vedere la vita e la realtà. E in effetti la sua esistenza da giornalista è stata una poesia degli intenti, delle parole volte a far conoscere chi ha intervistato, conosciuto e raccontato. In 45 anni di professione ha incontrato personaggi di tutti i tipi e li ha sempre poeticamente trattati, stiamo parlando di Giuseppe Prezzolini, il Premio Nobel Rita Levi di Montalcini, Carlo Maria Martini tanto per fare dei nomi, tutto questo lavorando per 12 giornali diversi...

Che importanza ha avuto il giornalismo nella costruzione della sua personalità?

Enorme, non ho mai guardato l'orologio, ma sono anche stato fortunato, perché il lavoro non mi è mai mancato, abusivo si ma mi hanno sempre cercato. A quei tempi era normale essere abusivo, ma io ho iniziato come"trombettiere"  faceva parte della durissima gavetta che si doveva affrontare, ma chi lavorava sodo poi arrivava al l'obiettivo.

Che cosa ricorda in particolare nella sua carriera, un episodio rappresentativo...

Credo che uno dei successi maggiori che ho raggiunto sia stato in occasione dell'intervista a Manzu. Era noto allora che non concedesse interviste a nessuno, ma io mi ero convinto di potercela fare. Ho piazzato la cinquecento fuori di casa sua e ho fatto presente al domestico che ero li per una intervista. Ovviamente la risposta non è stata positiva, ma io sono rimasto li per cinque giorni, andando avanti ad acqua. Alla fine Manzu mi ha fatto entrare... Per vera e propria compassione, ma l'intervista l'ho ottenuta!

Però lei è anche scrittore, ha scritto anche di libri...

Io non sono uno scrittore, sono un saggista. I miei libri sono frutto delle mie ricerche, tutti, anche quello che più ha segnato la mia esperienza umana, Bernadette e Lourdes, perché è anche il prodotto della mia esperienza umana, della mia curiosità per l'evento. Il tutto e partito da un servizio per la Domenica del Corriere con il grande Evaristo Fusar. Mi aveva mandato per un servizio. Con l'esperienza fatta e partita la ricerca e da li la storia di Bernadette trattata come una cronaca, in cui nessun elemento e lasciato al caso, ma desunto da dati raccolti ai tempi della Santa. Con Vaudo abbiamo scartabellato quantità impensabili di carta, i dialoghi sono tratti dagli Archivi e così ne è uscito una sorta di reportage dell'epoca.

E il poeta? Dov'era il poeta?Michele Cennamo, un poeta "in prestito" al giornalismo

Quello c'è sempre stato, ma ai miei tempi la poesia per avere successo ed essere riconosciuta doveva sottostare a canoni diversi dalla qualità. Ma sono convinto che nel futuro la mia arte sarà riconosciuta e per questo devo ringraziare anche l'editore che mi ha pubblicato tre dei miei poemi e presto anche il quarto.

Un'altra esperienza particolare anche questa perché non sono stati pubblicati in carta vero?

Assolutamente no. La carta e un veicolo ormai superato per la cultura, bello finché si vuole, ma limitato e limitante. Sono venuto in contatto con la Liber Iter grazie ad un mio carissimo amico, Leonardo Echeoni, conosciuto grazie al suo giornale on line. A sua volta aveva incontrato l'editore della Liber Iter, Bianca Zanardi, alla fiera della piccola editoria ed era rimasto affascinato da quel progetto editoriale e dalla potenza di quella idea di distribuzione a livello mondiale grazie alla digitalizzazione dei contenuti. Mi ha spiegato e non ho potuto non condividere questa iniziativa e quando mi ha proposto di pubblicare i miei poemi li ho visti proiettati nel mondo... Era il mio desiderio.

Ci parli allora della Liber Iter e della sua poesia.

Innanzi tutto il nucleo fondante della casa editrice e costituito da donne e secondo me non è un caso che nel lontano 2006 proprio delle donne abbiano immaginato un futuro nell'editoria attraverso la rete. Da allora i loro orizzonti si sono continuamente allargati e ne posso parlare anche in funzione della mia poesia... Grazie a loro il mio poema e stato tradotto in inglese, spagnolo, albanese e prossimamente c'è in programma il finlandese e il giapponese. La loro realtà e molto dinamica, realizzano opere anche per pubblicizzare prodotti, la loro creatività porta la realtà degli eBook in qualsiasi settore. Stanno realizzando per esempio dei Book che consentano agli artisti di farsi conoscere in tutto il mondo. Questa e una delle tante iniziative che hanno organizzato.

Conosciamo la creatività del nostro editore, lo sperimentiamo nel quotidiano... Assieme al nostro direttore responsabile.

Conosco il direttore Donato Francesco Bianco, eccellente giornalista, e ne apprezzo le sue molteplici qualità. Il giornale è una sua personalissima creazione in totale armonia di intenti con l'editore: nel mondo dell'online rappresenta senza alcun ombra di dubbio una pietra fondamentale. "Il Titolo" credo rappresenti al massimo gli obiettivi della casa editrice, uno dei prodotti meglio riusciti delle sue pubblicazioni. Non lo dico perché siete voi a intervistarmi, ma perché lo penso. Il progetto del giornale il Titolo ha la forza prepotente e delicata di chi ha fatto della cultura il proprio elemento portante, ma soprattutto apprezzo in voi la cura nel valorizzare ogni espressione artistica ed è per questo che so essere seguito da tutto il mondo.

Così ci fa arrossire, però in effetti questi sono i nostri obiettivi. La ringrazio per la sua disponibilità e la sua poesia anche nel rispondere a questa intervista.

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