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Categoria: Divagazioni Letterarie
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Un libro dedicato agli anziani incontinenti.


Viale del tramontoI pazienti colpiti da incontinenza (incapacità di trattenere l’urina) si sentono umiliati, non confessano il loro “disturbo” e vivono nella paura che qualcuno se ne accorga! Escono sempre più raramente di casa, non frequentano più locali pubblici (bar, trattorie, cinematografi, bocciofile), non prendono più in braccio i nipotini...

Su di loro è stato scritto un libro intitolato STORIE DI VITA NEGLI ANNI D’ARGENTO e presentato a noi della stampa presso i chiostri di San Barnaba in  via San Barnaba 4 a Milano. Leggendo i cinquanta racconti ho colto solo malinconia, tristezza e rassegnazione infinite: “Da quando ha avuto i problemi di incontinenza per un lungo periodo non è uscita più di casa. E’ stata una cosa dal forte impatto psicologico...

L'incontinenza rientra in un contesto di età molto avanzata ma comunque ha inciso, non è più uscita di casa perché le è capitato un giorno, mentre andava a messa, di avere delle perdite e da allora non è voluta più uscire... lei si vergogna, non accetta tanto questa condizione! Quando le ho detto che avrei fatto la richiesta all'ASL per la fornitura di pannoloni lei si è preoccupata di quello che avrebbero potuto dire le persone allo sportello...

In spiaggia con il costume mi sembra sempre che qualcuno mi guardi, uno si preoccupa sempre che si possa notare... in estate nella casa al mare può uscire più facilmente, in inverno invece non esce mai perché viviamo in un palazzo e ci sono le scale. dico sempre che mio papà è agli arresti domiciliari... Ormai non si muove più, nemmeno per le visite mediche, viene il medico a casa, non si interessa più di niente...

Adesso sono bloccata su una sedia a rotelle e non faccio più niente, le mie giornate le passo così, senza far niente, per vivere così preferisco morire. Non voglio neanche passare il tempo a cercare di divertirmi, io non giocavo nemmeno quando ero piccola, invece di giocare ho subito imparato a travagliare, figuriamoci se devo mettermi adesso a divertirmi che ho 76 anni. Non faccio più niente, preferisco morire... Nelle sue giornate ormai non fa più niente, sta seduta e aspetta che prepari tutto io: lei mi chiama 'il filippino' (in realtà è il figlio n..d.r.)... In questi due mesi ho visto che sta andando verso la rassegnazione....

Da quattro, cinque anni ha smesso di uscire di casa, esce solo se è costretta cioè se deve fare qualche visita medica, le è subentrata questa forma di isolamento, secondo me si vergogna della sua demenza di cui è consapevole... ha anche dei problemi di memoria, E’ diversa da qualche anno fa ma del resto tutti invecchiamo così”. No: non si dovrebbe invecchiare nella passività, nell’abbandono degli interessi che hanno caratterizzato la vita! Chissà se in futuro vi sarà una medicina che trasmetta entusiasmo e gioia di vivere anche a chi non ha più vent’anni!!!

Foto di Angelo Redaelli

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